La diffusione delle fake news e il ruolo dell’attenzione: nuovi risultati della ricerca

Negli ultimi anni, abbiamo sentito sempre più spesso dire che le fake news (o notizie false) rappresentano una seria minaccia per la società. Queste informazioni fuorvianti raggiungono rapidamente milioni di persone e possono influenzare il processo decisionale politico, la formazione dell’opinione pubblica e persino le abitudini quotidiane delle persone. La lotta alle fake news non è quindi solo una sfida tecnologica, ma anche sociale e culturale.

Uno studio recente, condotto da ricercatori dello Shanghai Institute of Technology , dell’Università dell’Indiana e di Yahoo , getta nuova luce su questo tema. I ricercatori hanno esaminato come la quantità di informazioni disponibili influenzi l’atteggiamento delle persone nei confronti della credibilità e della qualità delle notizie . I risultati sono stati sorprendenti: meno le persone erano esposte alle notizie, più le leggevano con attenzione e senso critico.

Metodologia di ricerca

I ricercatori hanno creato un social network artificiale che funzionava in modo simile alla cronologia di Twitter: i post apparivano in ordine cronologico inverso. I partecipanti all’esperimento erano consapevoli che il loro comportamento veniva monitorato, quindi utilizzavano il sistema consapevolmente.

I ricercatori hanno manipolato una serie di fattori, tra cui:

  • quanto tempo le persone hanno trascorso leggendo una determinata notizia,
  • quanti post e foto sono apparsi sulla loro cronologia,
  • e la qualità e l’autenticità dei contenuti ricevuti.

Questo ambiente controllato ha permesso ai ricercatori di osservare chiaramente come le abitudini di elaborazione delle informazioni delle persone cambiano a seconda della quantità.

I risultati

Uno dei risultati principali è stato che i partecipanti prestavano maggiore attenzione al contenuto delle notizie quando vedevano meno post . Non solo leggevano gli articoli in modo più approfondito, ma controllavano anche le fonti più spesso.

In effetti, erano molto meno propensi a condividere notizie di cui non erano completamente sicuri, il che suggerisce che troppe informazioni non solo stancano, ma riducono anche il pensiero critico .

Cosa spiega tutto questo?

I ricercatori hanno individuato due fattori principali:

  1. Sovraccarico di informazioni : quando le persone sono esposte a molte notizie in un breve lasso di tempo, è molto più difficile per loro concentrarsi su un singolo post. Il cervello semplicemente non riesce a elaborare tutto in dettaglio, quindi gli utenti tendono a scorrere superficialmente.
  2. Maggiore attenzione in periodi di incertezza : quando gli utenti si imbattono in poche notizie e non sono sicuri che una determinata informazione sia vera, è più probabile che notino piccoli dettagli e controllino le fonti .

Questa duplice spiegazione ci aiuta a comprendere meglio perché i social media diventano spesso un focolaio di fake news.

Conseguenze sociali e tecnologiche

I risultati della ricerca potrebbero avere implicazioni di vasta portata. Se una minore informazione porta a una maggiore concentrazione e a un pensiero più critico, allora le piattaforme dei social media dovrebbero riconsiderare il modo in cui gestiscono i loro algoritmi.

  • Le piattaforme potrebbero ridurre il sovraccarico di informazioni e offrire invece più contesto o informazioni di base sulle notizie.
  • I giornalisti possono trarre vantaggio dai risultati scrivendo articoli più concisi e facili da comprendere, ma basati su fonti credibili .
  • E insegnare l’uso critico dei media può svolgere un ruolo importante nell’istruzione : agli studenti dovrebbe essere insegnato come controllare le fonti e come riconoscere le fake news.

Esempi e applicazioni del mondo reale

Gli insegnamenti tratti dallo studio possono essere facilmente applicati nella pratica:

  • I social network potrebbero modificare la cronologia in modo da non bombardare gli utenti con troppi contenuti contemporaneamente , ma da mostrare invece meno notizie ma di qualità superiore.
  • I giornalisti possono utilizzare lo studio per sottolineare l’ importanza di fonti credibili e quindi aumentare la fiducia del pubblico.
  • Le scuole e le università potrebbero integrare nei loro programmi di studio la capacità di riconoscere le fake news , un aspetto essenziale nell’era digitale.

La diffusione di fake news è un grave problema sociale che non può essere ignorato. Una ricerca congiunta dello Shanghai Institute of Technology, dell’Università dell’Indiana e di Yahoo offre una nuova prospettiva sulla soluzione: più informazioni non significano sempre meglio . Anzi, a volte ridurre la quantità di informazioni può aiutare le persone ad affrontare le notizie in modo più critico e consapevole.

Se le piattaforme dei social media, i giornalisti e gli istituti scolastici mettessero in pratica questi insegnamenti, l’impatto delle fake news potrebbe davvero essere ridotto e la qualità dell’informazione nell’era digitale potrebbe essere migliorata.